La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
, cessata la voce, ecco tornargli, da ogni banda, la rabbia, come il mar rifluente che anela riassoggettarsi la spiaggia. - Che hai fatto? - ei gridò
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
. Gridò; sol le rispose la imàgine del clamor suo. E, trafelata, si lasciò cadere sul cane, abbracciàndolo stretto, e piangendo dirottamente. Ma Lampo
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
morella nel volto e gli strangolava la voce. E la Nera, fiammeggiante negli occhi e additando ingiuriosa alle case di Aronne, gridò: noi verremo
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
Letterato! - fu il grido. - E quì braccia! - urlò un uomo, alto-squassando un pugno massiccio, di quelli, che, se tòccano irati, ammàzzano; un uomo, il
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
, gridò: ciò che piglio, è mio! - Se un'altra sguerciata di Aronne non tratteneva i compagni, di Gualdo più non restava che un nome. - Pace, Beccajo
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
Beniamino. Beniamino era lei. Com'ella apparve, radiante di vereconda bellezza, un grido giulivo si alzò; com'ella aperse le labbra alla melodiosa sua voce